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venerdì 19 novembre 2010

Tagli alla scuola pubblica e fondi alle scuole private? Questa è l'Italia.

Non c'è limite al peggio. Affermazione forse abusata, poco orginale ma, purtroppo, sempre molto attuale e vera. Sto pensando a quello che succede al giorno d'oggi in Italia, al nostro governo e alla condizione delle nostre scuole e della ricerca. Sto pensando alle migliaia di studenti brillanti che si ritrovano disoccupati o impiegati in lavori che non hanno nulla a che vedere con la loro formazione e le loro aspettative. Sto pensando ai finanziamenti che il Ministero dell'Istruzione ha dato alle scuole private tagliando nello stesso tempo i fondi alle scuole pubbliche. Un atto inaudito e assolutamente inaccettabile in una condizione di crisi come quella in cui versa il nostro paese. Se prima la Costituzione veniva regolarmente ignorata, adesso addirittutra viene infranta. La carta costituzionale è carta straccia. E la stessa sorte si prospetta per la scuola italiana. Laborartori inesistenti, università semideserte e abbandonate, classi fatiscenti, docenti sottopagati. E studenti disillusi, e insegnanti frustrati. Se è vero che i soldi mancano, i milioni di euro dati agli istituti privati non vengono giustificati. Compito di uno stato è quello di sostenere la sua scuola, i suoi studenti, i suoi cittadini. Perché sono gli studenti che fanno lo Stato. E' la cultura che rende forte una nazione. Tagliare nell'istruzione e nella ricerca  è non solo insensato, ma anche autodistruttivo. Deleterio, folle. Ma, d'altra parte, questa è l'Italia. Questa la nostra istruzione. Questo il futuro dei giovani. Deludente, e il presente non lascia ben sperare.

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