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Quando questo mondo potrà farci sentire finalmente liberi? Libertà di pensiero e di parola. Imprescindibili, senza dubbio. Libertà di sognare. Necessaria, sì, ma fittizia. Il sogno rende tutti prigionieri, ci chiude in una cattività di irrealizzabile e impossibile. Avere grandi sogni ci aiuta a sopravvivere, ma vederli giorno dopo giorno affondati dalla realtà ci distrugge. Il sogno ci getta in un mare di orizzonti per poi farci naufragare. Siamo ubriachi di sogni. Così come di desideri. Siamo storditi dai sogni, pensiamo a volare e disimpariamo a camminare. La società ci vende sogni, nei negozi, con la televisione, nei tabacchi, tra sigarette e alcolici. Ma i sogni non hanno confezione e nemmeno la scritta "Il sogno uccide". I sogni sono come una nuvola azzurra che dispensa pace di sensi e brandelli di serenità stonata d'evidenza e d'abbandono. Ma i sogni non ci uccidono perché sono sogni, ma perché sono impossibili. L'impossibile ci abbaglia, ci trascina nella sua bellezza senza dimensioni e poi ci lascia soffocare. E i giorni diventano momenti di continui ripensamenti, un cadere ininterrotto nelle grinfie di verità dolorose da cui fuggire per dimenticare la frastornata certezza di non farcela. Forse dovremmo imparare a sognare qualcosa di possibile. Forse, questo possibile, dovremmo implorarlo e supplicarlo, come si fa con i diritti la libertà ed il pane. Questa sarà la nostra nuova rivoluzione, questa sarà la nostra guerra e avremo come traguardo l'infinito. Perché quel giorno stringeremo in mani di speranza il nostro sogno e la sua realizzazione sarà il nostro grido.
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