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domenica 26 dicembre 2010

Ho sentito dire Natale

A natale mi rendo conto che il mondo non è altro che un grande ventricolo storto che apre le porte al conforto ma le chiude alla coscienza e alla consolazione.
A natale la città è illuminata di una luce grottesca che ruba realtà e la ricambia nell'illusione di una nuova consapevolezza.
A natale non esiste opinione perché in fondo tutto deve essere senza dubbi migliore, perché lo dice il vangelo e nessuno ne dà una motivazione.
A natale si respira la svendita dei buoni sentimenti e dell'onestà dove tutto dev'esser gratuito e poi non si fa che parlare di soldi, regali e non ditemi che questa non è venalità.
A natale la giustizia diventa un grande ricorso dove ciascuno rivendica falsi diritti e nasconde l'indifferenza sotto il nome della libertà.
A natale le famiglie s'incontrano come dopo migliaia di anni, e poi sono abbracci sorrisi parole e confidenze svuotate dove non resta che un pugno di convenzione e nemmeno un accenno di amore.
Natale non è che un ricordo, il fossile di un momento lasciato alla vita e sottratto al rimorso.
Natale è soltanto una notte più lunga di un'ora, dove il dolore si maschera di un ipocrita e falso candore.
Natale per altri è il momento dell'invidia e del rancore.
Natale per chi non ha niente è la festa di chi ha carta dorata al posto del cuore.
Natale per molti non è altro che un giorno con il suo bambino affamato che muore.

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