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sabato 9 ottobre 2010

Moduli, Einstein, e cose complicate.

Viviamo in un mondo di menti semplici che irretiscono trame sempre più contorte e inutilmente complicate in cui si intrappolano. La nostra è l'era del formalismo. E dei moduli. Ci si vuole scrivere a un'università, bisogna mandare richieste su richieste, dati su dati, raccontare tutto, da quel bellissimo giorno in cui si è nati, a come si trascorre il sabato sera quando piove. Il che va a discapito della lucidità e dell'efficacia. Le grandi verità non sono mai troppo complesse. Non sono nemmeno soluzioni semplici. Sono le più semplici. La scienza, dalla chimica alla fisica, si regge su modelli idealizzati forse, ma fondati sull'estetica della linearità e della limpidezza. Non sempre la soluzione più semplice è quella più immediata. La semplicità, paradossalmente, è in un certo senso la cosa in assoluto più difficile. Forse perché è lontana, forse perché ha quel grado di assoluta perfezione che ce la fa sembrare impossibile. E non mi resta che concludere con le parole di Einstein, per cui la filosofia e la scienza furono sempre una cosa soltanto e il mondo una grande magia da dimostrare: "Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza."
Forse è giunto il momento di essere anche noi un po' più sprovveduti.

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