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4 Ottobre 2010: Robert Edwards riceve il premio Nobel per la medicina per la scoperta e lo sviluppo della tecnica di fecondazione in vitro. Riconoscimento assolutamente meritato e del tutto giustificato. Questa è l'opinione comune o, almeno, lo dovrebbe essere. D'altra parte, perché non premiare uno scienziato che ha permesso con le sue ricerche alle coppie sterili di avere figli e di esaudire il sogno di molte aspiranti madri? Ma il Vaticano non ci sta. La sua reazione ha un tono di protesta quasi indispettito. "Sono state ignorate le problematiche etiche". Etica. Di fronte al progresso la Chiesa non dice altro che questo: Etica. Ma cos'è davvero quest'etica di cui tanto si sente parlare, di cui vescovi e politici si riempiono la bocca perdendo l'opportunità di molti e più utili silenzi? A rigor di logica l'etica è lo studio dei comportamenti umani e l'analisi dei costumi. Analisi che, con il corso della storia, si è arricchita di tutto un complesso ed inevitabile sostrato morale. Ma per discutere in ambito etico bisogna avere dei principi da difendere. Avere una tesi è il punto di partenza per ogni tipo di argomentazione. Il Vaticano una vera tesi sembra quasi averla persa in un avvicendarsi di febbrili e sconnesse recriminazioni. Si era opposto all'aborto nella ferma convinzione che spettasse solo a Dio il diritto di disporre della nostra esistenza, nascita compresa, e poi aveva condannato l'eutanasia che, nella maggior parte dei casi, è un po' come un aborto ma al contrario. La sola differenza è che ad essere imposta è una non-vita, nel caso dell'aborto una non-morte. Adesso si scaglia contro la fecondazione artificiale, quando fino a poco tempo fa ha condotto una tenace campagna contro la contraccezione perché precludeva a potenziali bambini di venire al mondo. La fecondazione in vitro, in un certo senso, fa nascere bambini che altrimenti non potrebbero nascere. Dona la vita là dove è negata. Dov'è il male? Dove il peccato? Dove lo scandalo che destabilizza la Chiesa? Tuttavia credo che, prima di dare una risposta a queste domande, sia necessario una volta per tutte sciogliere un gran dubbio, uno di quei dubbi storici e dal valore quasi esistenziale, un dubbio che assilla l'uomo da ormai duemila anni: "Esiste Dio o la Chiesa?". Per ora, di Dio nessuna traccia, della Chiesa un tradizione senza tempo di demagogia e di corruzione.
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